giovedì 4 novembre 2010

Petronio Arbitro

C'è una pagina su Facebook che si chiama Petronio Arbitro e in cui si fa un po' di satira. Le battute sono originali, anche se come spesso capita (non perché le copino, ma semplicemente perché talvolta le idee sono nell'aria e persone diverse inconsapevolmente le afferrano quasi nello stesso momento) le potete trovare (battute simili, non identiche) anche altrove. Ma non sempre, per fortuna. Se volete darci un'occhiata e contribuire, siete benvenuti.

mercoledì 9 giugno 2010

Lost: perché NON è un capolavoro!

Su BestMovie, la mia opinione sul finale della serie televisiva LOST!

mercoledì 10 febbraio 2010

La sorpresa di POVIA e la questione etica in generale.

Qualche tempo fa, accecato dall’ira per le notizie che si rincorrevano sul web (chissà quanto create ad arte proprio per suscitare questo tipo di reazioni) mi sono scagliato contro Povia, colpevole ai miei occhi di voler suscitare scalpore a ogni costo – cavalcando argomenti delicati, in grado di smuovere le coscienze – intorno alle sue canzoni, al solo scopo di trarne pubblicità e conseguente profitto economico. L’eco della canzone “Luca era gay”, orribile secondo me, non si era ancora acquietato, per cui l’annuncio di una canzone sul caso Englaro aveva fatto subito scattare un campanello d’allarme a quanto pare, almeno per certi versi, ingiustificato.

A un anno dalla scomparsa della sfortunata Eluana, già i nostri Rappresentanti in Parlamento – premier in testa - non si fanno scrupoli a ri-strumentalizzare la vicenda e il nome della ragazza, per rilanciare tesi, confondere, convincere gli Italiani non si sa bene in nome di quale principio esattamente. Rinunciando a spiegare veramente cosa possa significare invece garantire la libertà di ognuno di disporre, in certi casi, della propria vita o non vita che sia. Senza spiegare che talvolta l’accanimento terapeutico o altri interventi sul corpo inerme di una persona (che abbia consapevolmente e nel pieno delle proprie facoltà dichiarato che in casi estremi rifiuterebbe senza remore tali interventi) non è altro che “violenza” vera e propria, inutile girarci intorno!

Detto questo. La canzone di Povia, di cui ora possiamo leggere il testo, si può dire assuma piuttosto una posizione pro-Peppino Englaro (il papà di Eluana), che infatti ha dichiarato di non avere nulla in contrario in merito. Se queste notizie mi confortano e da un certo punto di vista mi scuso per i toni aspri e accesi utilizzati contro Povia nei miei precedenti interventi, ciò non toglie che trovo comunque inopportuno il suo tentativo. Mi spiego meglio, collegare direttamente una “canzonetta” sanremese (platea basso-popolare se ce n’è una) non solo a un tema così sensibile, che non si può certo liquidare con qualche strofa, ma proprio a una vicenda specifica che ha afflitto una certa famiglia particolare, i conoscenti della famiglia e in ultimo l’Italia (quasi) tutta, lo trovo ancora e comunque moralmente sgradevole (quale che sia la posizione assunta).

Il commento della Chiesa Cattolica alla notizia non si è fatta attendere: «Credo che sarebbe stato più saggio e prudente, da parte di Povia, non presentare al Festival un testo che rischia seriamente di essere interpretato come un inno all’eutanasia», dice con ovvietà esasperante il cardinale Josè Saraiva Martins, membro del Pontificio consiglio della Pastorale per la Salute.

Quando qualcuno parla da un punto di vista che esclude qualsiasi possibilità di discussione, quando l’interlocutore è convinto di essere depositario di una verità assoluta, unico emittente giustificato, perché divinamente illuminato, a proporre principi etici di comportamento ai quali tutti – pena la dannazione eterna – dovremmo attenerci, poiché tali principi discenderebbero direttamente – per passaggio diretto – dalla volontà superiore dell’unico dio, ovvio che non possa essere ammesso chi la pensa diversamente. L’infedele va zittito (in altri tempi bruciato!).

Ma è proprio questo il punto. La Chiesa, storicamente, ha dato ampia prova di fallibilità. La Terra non è piatta e non è il sole che gira intorno al nostro pianeta. La Santa Inquisizione ha torturato e ucciso in nome di poco più che superstizioni, se non per meri interessi, per liquidare questo o quell’avversario. Insomma la Chiesa – fatta di uomini del proprio tempo – è sempre stata piuttosto indietro con i tempi piuttosto che avanti, e continua a esserlo.
La Bibbia non poteva affrontare certi temi ovviamente, perché anch’essa scritta in tempi in cui per esempio accanimento terapeutico o alimentazione assistita non potevano significare nulla. In tempi in cui si moriva e basta e per molto poco. Tutto il resto quindi è semplice e fallibilissima interpretazione. La Chiesa interpreta e finora ha dimostrato talvolta di interpretare male, malissimo. Ancora attendiamo di chiarire alcuni misteri legati alla Banca Vaticana. Quindi la pretesa di essere depositari assoluti di norme etiche, desta facilmente in un osservatore attento e minimamente acculturato la sensazione che si tratti di una presunzione spesso ingiustificata.

Ma la cosa che comunque non funziona, pur ammettendo che in ogni caso coloro che si ritengano Cattolici, debbano attenersi alle norme di una Guida da essi condivisa e rispettata, cosa c’entrano tutti gli altri? Perché questa questione in uno stato laico deve ricadere anche su tutti quei Cittadini che non si ritengono cattolici o addirittura si professano atei? Perché lo Stato, ovvero coloro che hanno il dovere di governare a favore di tutti i cittadini, non solo di quelli appartenenti alla parte politica che li ha votati, dovrebbero supinamente accettare di condividere il pensiero unico cattolico, anziché venire incontro alle esigenze fosse anche di uno solo di questi cittadini?
L’esistenza di una legge non impedisce ai Cattaloci di attenersi ai propri principi. Non impedisce alla Chiesa di professarli e di parlare al proprio Popolo affinché appunto si attengano a determinati precetti. Ma permette a coloro che questi precetti non condividono, che non si sentono parte del popolo cattolico, di avere garantito un proprio diritto!
Questo è in ultima istanza il significato di laicità.
L’Italia si comporta troppo spesso da Stato Confessionale, senza esserlo! Il fatto che il Vaticano, per storica contingenza, si trovi nel bel mezzo del territorio italiano non deve confondere né la Chiesa, né i nostri parlamentari. Le leggi devono essere tese a garantire quanto più possibile il benessere e la sicurezza della società. Quale danno può venire alla società se si garantisse a un individuo, in certe circostanze ben definite, di scegliere liberamente come vivere, o meglio “non vivere”? Quale danno potrebbe venire alla società se si equiparassero i diritti delle coppie di fatto, indipendentemente dal sesso, a quelle delle coppie eterosessuali sposate, solo per fare un altro esempio? D’altra parte lo stile di vita dei vertici vaticani, rispecchia davvero alcuni criteri biblici? Nella Bibbia non si dice nulla circa residenze faraoniche, elicotteri privati, troni, scettri d’oro, anelli da baciare, come non si dice nulla si alimentazione assistita. Ma si dice qualcosa del tipo “date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio” (Matteo 22, 21) e qualcosa tipo “''È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio'' (Marco 10, 17-30). Evidentemente quisquilie e pinzillacchere, direbbe Totò.


Infine Eutanasia è una parola che deriva dal greco e significa letteralmente “buona morte”. A me, personalmente, questa espressione non terrorizza e non offende, anzi addirittura rasserena un po’, suona un po’ come un augurio per tutti noi. Cioè che una “buona morte” possa essere l’epilogo ineluttabile di una “buona vita”.

mercoledì 18 novembre 2009

Lezioni di opposizione da parte del PD... poveri noi!

Bersani afferma che il PD non sta in mezzo tra l’UDC e l’IDV, che ha una sua idea di come fare l’oppozione a Berlusconi. Ma allora perché la tiene tanto segreta questa idea? Perché non ce la spiega di grazia, visto che non la si capisce affatto, né dalle azioni, né dalle dichiarazioni del segretario? Caro Bersani, state scomparendo. Avete perso l’ennesima occasione di “dire o fare qualcosa di sinistra!”
A destra richiamano gli alleati (o sarebbe meglio dire gli “adepti”) all’ordine! Un aut aut lanciato ieri addirittura dal Presidente del Senato Schifani e che suona come un avvertimento al “moderatamente” dissidente Gianfranco Fini: “Maggioranza unita o si vota!”. Una specie di ricatto, neppure troppo velato rivolto agli alleati insomma, in nome di una democratica unità coatta. A sinistra invece Bersani fa i capricci. Alla manifestazione No-B Day non ci vado gnorno gnorno! Non l’ho promossa io e perciò non ci sarò! Anzi, qualcuno nel PD comincia addirittura a fare della dietrologia. Dietro la manifestazione si leggono oscuri complotti (con un modo di ragionare che somiglia molto a quello berlusconiano) orditi da Di Pietro, che manovrerebbe i blogger d’Italia, proprio per mettere in imbarazzo Lui. Il segretario del Pd. L’uomo del futuro Bersani. Se è questa l’innovazione, la lucidità di pensiero, la lungimiranza politica, la fermezza nell’opporsi alle “berlusconate” siamo davvero caduti dalla padella alla brace! Ma poi chi si credono di essere?
Gli Italiani – indignati, stufi, quelli che non vogliono svendere il Paese - non sarebbero sufficientemente intelligenti per organizzare autonomamente una manifestazione di opposizione? Questi del PD pretendono di avere l’esclusiva delle buone idee? Che il loro "metodo" non sia stato finora il più idoneo e il più efficace per fare autentica opposizione, appare talmente ovvio, che la dichiarazione di Bersani: “Non accettiamo lezioni di aniberlusconismo”, nella sua ingiustificata arroganza, con quella quella evidente nota di aggressività così ciecamente mal indirizzata, suona davvero un po’ penosa! Un grido di impotenza che a noi che abbiamo creduto nel “sogno” di Veltroni, inumidisce gli occhi di nostalgiche lacrime. Ma di cosa hai paura Bersani? Temi che il prossimo passo dei “blogger” possa essere quello di organizzare un movimento per sostituire il “vecchiume”, che la sinistra non riesce a scrollarsi di dosso, nonostante tutti i vestiti nuovi che ha indossato negli ultimi anni? Paura per le poltrone? Alzi le barricate, Bersani? Metti le mani avanti? O che cosa? Magari potesse accadere! Magari tutte le persone civili che stanno cercando autonomamente di riappropriarsi della politica, che prendono l’iniziativa proprio perché non si sentono adeguatamente rappresentati, potessero farlo! Magari avessero la forza di sostituire tutti i “dinosauri” (o totalmente corrotti, o totalmente incapaci) ormai "irranciditi" che si ostinano a conservare se stessi: sotto naftalina, consiglierei! Anche perché sarebbe l’unico modo per coprire l'odore acre e stantio di tutte le loro idiozie!

martedì 17 novembre 2009

No-B Day!


Ieri il direttore del TG1, Minzolini, o forse lo si dovrebbe chiamare davvero Menzognini (come suggerisce Marco Travaglio) ha dichiarato che la manifestazione facebookiana NO-B Day – (la pagina la trovi qui) - sarebbe stata promossa dall’IDV di Di Pietro. Alcuni giornali riprendono la falsa notizia e via con il solito balletto “mescolacarte”, con il solito tam tam di pura fuffa, che gonfia, sgonfia, confonde, infonde, insinua, chissà a che scopo… vero Minzolini? Che un giornalista dia notizie false è grave di per sé ovviamente. Che il direttore di un tg pubblico, si presti a fare da prono megafono del Governo, senza vergogna alcuna, è però davvero spregevole. Sento che il senso di nausea monta, per cui sono costretto a distogliere l’attenzione da costui, se non per un appello: lo paghiamo noi? Allora licenziamolo! La lettera di licenziamento potete mandarla qui: tg1@rai.it
Ma andiamo avanti. La destra, attraverso i Club della libertà (vabbè non ridete, si chiamano così!) facenti capo all’onorevole Valducci, annuncia per il medesimo giorno una vera e propria contromanifestazione denominata Sì-Berlusconi Day. L’appello è chiarissimo: tutti in piazza della Repubblica a Roma il 5 dicembre! Stesso luogo, stesso giorno, stessa ora. Scopiazzando anche un po’ lo slogan originale “Io ci sarò!”, sostituendolo con un “Io voglio esserci!, che ha un po’ il sapore di un tentativo di induzione ipnotica, e mi fa anche pensare a qualcosa del tipo “obbedite, perché dovete obbedire!” di nemmeno troppo antica memoria. Tu vuoi esserci… cinque… vuoi esserci… quattro… ti dico che vuoi esserci e tre… vuoi esserci… e due… ma non rompere le palle, cretino, che c’ho da fare, devo già andare alla manifestazione autentica: il No-B Day, quella che è già prevista da oltre un mese ed è stata già regolarmente autorizzata dalla Questura di Roma. E’ evidente, che per motivi di ordine pubblico, difficilmente si possono autorizzare due manifestazioni di segno tanto opposto. Ovviamente il libertario Valducci, ci tiene a precisare che la "sua" manifestazione non ha alcun intento provocatorio. E certamente, come potremmo pensarlo! In verità, scherzi a parte, perché è anche un po’ difficile scherzare su certe cose, ha ragione Paolo Ferrero, segretario di rifondazione, quando dice (lo riporta Il Fatto Quotidiano): “L’idea che la maggioranza di governo convochi una contro-manifestazione per impedire la democratica e legittima espressione di chi al governo Berlusconi si oppone, è un’idea che sta alla base del fascismo e del nazionalismo di massa”.
Ma l’altra notizia che atterrisce è che all’interno del PD sarebbe in atto un acceso dibattito sull'eventualità di aderire o meno alla manifestazione. Ormai sono davvero inutili. Discutono se stare a guardare mentre altri fanno il loro lavoro. Il fatto è che sono spettatori da un pezzo, da troppo. La preoccupazione del PD è evidentemente e principalmente autoreferenziale. Il dibattito non è sui contenuti della manifestazione, sul dovere di solidarietà nei confronti di quegli italiani che intendono dire basta alla politica berlusconiana degli interessi personali. No, il dibattito è solo sull'eventualità, partecipando, di guadagnare o perdere qualche votuccio tra i moderati, probabilmente. Un’opposizione che non è capace di opporsi nemmeno quando sono altri ad imbandire la tavola, fa, a esser sinceri, davvero un po’ pena. Mi verrebbe da dire licenziamo pure loro! Eppure sono, per ora, tutto quello che abbiamo. Dobbiamo volere che si rafforzino, che ritornino a essere credibili, per offrire nuovamente all’Italia una chance di alternanza democratica. E questo, caro Bersani, è il momento per dimostrare coraggio, per indignarsi sul serio (non solo in tv, davanti a un microfono), per ribadire con forza che le istituzioni di questo Paese non sono in vendita. Berlusconi, secondo i sondaggi, perde qualche colpo. Il momento per far sentire agli Italiani che provano a dissentire, che siete davvero con loro, è adesso!

lunedì 16 novembre 2009

Berluscomania? Una Berluscozia!

L'Italia è alla deriva. In balia di quel piccoletto (in molti sensi, soprattutto morali, prima ancora che fisici), che con i denti e con le unghie, tenta di salvare solo ed esclusivamente le proprie prerogative, i propri privilegi, il proprio denaro, a costo di mandare sempre più a fondo il Paese. A costo di fomentare il conflitto sociale (infischiandosene del fatto - spaventoso - che questo possa prima o poi anche degenerare), incomprensibilmente spalleggiato da tutta la Sua maggioranza, dai Suoi vergognosi avvocati/deputati, che sfornano disegni di legge ad ogni evenienza "processuale". Incomprensibilmente ovviamente da un punto di vista squisitamente e utopicamente democratico. Perché evidentemente che costoro sostengano a spada tratta tutte le berlusconiane volgarità giuridiche e il suo malgoverno ad personam, anch'essi per il proprio privato tornaconto è chiaro: magari un tornaconto un po' più misurato di quello del Cavaliere, ma altrettanto meschino. Per mantenere la comoda poltroncina, per riempirsi il portafogli, per ottenere qualche leggina di scambio, continuano a seguirlo sulla strada del declino delle Istituzioni, sulla strada dell'imbarbarimento sociale e culturale. Tutto questo è evidente e lo si può addirittura comprendere, quando, come qui da noi, la maggior parte della classe politica è totalmente compromessa, il livello morale dei rappresentanti parlamentari è praticamente insignificante, e tutti gli altri, i pochissimi onesti, i pochissimi giusti, appaiono assolutamente incapaci di opporsi o di spiegare alla "gente" le proprie ragioni. Certo è anche vero che a questa minoranza viene impedito di esprimersi. I Media sono sotto sequestro. Gli interessi di pochi, d'altra parte, sono sempre stati, storicamente,messi davanti a quelli dei molti.
Berlusconi è sempre stato uno di questi pochi. Prima da imprenditore e poi da politico. Qualcuno ricorderà il cosiddetto "decreto Berlusconi", che a partire dal nome - quindi senza vergogna - era già un decretuccio ad personam niente male! Grazie alle amicizie importanti, Bettino Craxi in prima fila, Berlusconi otteneva privilegi, che poi avrebbero portato all'enorme anomalia contemporanea. La pessima legge Mammì poi, invece che ristabilire la giustizia, semplicemente si limitò a congelare lo stato di fatto, sancendo l'abominevole duopolio televisivo italiano. Fininvest disegnò i suoi tre canali sul palinsesti della Rai e la Rai assunse come propria "mission" la concorrenza alla Finivest, anziché i propri doveri pubblici, con il risultato di una gara al rialzo pubblicitario e dell'audience, che sempre di più coincideva con un ribasso della qualità. Il risultato è stato, da una parte, la scomparsa nei fatti di un reale servizio pubblico televisivo e dall'altra una società privata (interessata), che assumeva (per legge!) le medesime prerogative del servizio pubblico, senza che nessun'altro attore privato potesse contrastarla ai fini se non altro di una libera concorrenza. Quindi mi fa abbastanza sorridere tutta la campagna di destra, che tende a screditare la magistratura, adducendo una persecuzione post-discesa in campo del cavaliere. Una campagna rivolta contro quella stessa magistratura che mise in piedi, guarda un po', Tangentopoli (ricordate il mestiere che faceva l'allora eroe Di Pietro, oggi poco più che un sempliciotto eversivo?). Quella Magistratura che cancellò in breve tempo un'intera classe dirigente, tra cui l'amico compiacente di sempre Bettino Craxi. Quella stessa magistratura, che annovera tra le sue fila, uomini come Falcone e Borsellino. Ma l'ascesa di Berlusconi è da sempre viziata da favori, da un uso privato della cosa pubblica, da pacche sulle spalle, da fondi misteriosi, banche incomprensibilmente compiacenti, innominabili strette di mano e da chissà cos'altro. Quindi di cosa si sta parlando? Ben prima che egli corresse ai ripari, dopo il disastro della cosiddetta prima Repubblica, contribuendo a costruire il mostro nauseabondo della seconda, molto peggiore della prima egli era un privilegiato, ingiustamente privilegiato. Era compromesso, coinvolto, spalleggiato da una classe politica corrotta e molti dei reati di cui è stato accusato fanno appunto capo a situazioni precedenti la sua cosiddetta discesa in campo.
Ma tutto questo, ripeto, è - nella sua spregevole e arrogante lucidità - comprensibile. Cioè se prendiamo per missione di alcuni uomini, esclusivamente, l'amorale conseguimento del potere e del successo personale (economico, ma non solo) a costo di calpestare chiunque e qualunque cosa, tutto quadra. Quello che davvero non trova spiegazione alcuna è da una parte l'ignavia di parte del popolo italiano, ma dall'altra, ancora di più, il grande numero di supporters (perché questo sono più che semplici elettori), che Berlusconi conserva, nonostante tutto. Un così grande numero di gente felice di essere presa in giro. La massa di coloro che si arrabattano, che tirano quotidianamente la cinghia, che perdono il lavoro, che faticano a trovarlo e che continuano ad "amare" l'uomo Berlusconi, che lo guardano calpestare il Paese con irritante ammirazione. Le spiegazioni, sociologiche, di costume e chi più ne ha più ne metta, si sprecano, eppure io continuo a non capacitarmene.