lunedì 16 novembre 2009

Berluscomania? Una Berluscozia!

L'Italia è alla deriva. In balia di quel piccoletto (in molti sensi, soprattutto morali, prima ancora che fisici), che con i denti e con le unghie, tenta di salvare solo ed esclusivamente le proprie prerogative, i propri privilegi, il proprio denaro, a costo di mandare sempre più a fondo il Paese. A costo di fomentare il conflitto sociale (infischiandosene del fatto - spaventoso - che questo possa prima o poi anche degenerare), incomprensibilmente spalleggiato da tutta la Sua maggioranza, dai Suoi vergognosi avvocati/deputati, che sfornano disegni di legge ad ogni evenienza "processuale". Incomprensibilmente ovviamente da un punto di vista squisitamente e utopicamente democratico. Perché evidentemente che costoro sostengano a spada tratta tutte le berlusconiane volgarità giuridiche e il suo malgoverno ad personam, anch'essi per il proprio privato tornaconto è chiaro: magari un tornaconto un po' più misurato di quello del Cavaliere, ma altrettanto meschino. Per mantenere la comoda poltroncina, per riempirsi il portafogli, per ottenere qualche leggina di scambio, continuano a seguirlo sulla strada del declino delle Istituzioni, sulla strada dell'imbarbarimento sociale e culturale. Tutto questo è evidente e lo si può addirittura comprendere, quando, come qui da noi, la maggior parte della classe politica è totalmente compromessa, il livello morale dei rappresentanti parlamentari è praticamente insignificante, e tutti gli altri, i pochissimi onesti, i pochissimi giusti, appaiono assolutamente incapaci di opporsi o di spiegare alla "gente" le proprie ragioni. Certo è anche vero che a questa minoranza viene impedito di esprimersi. I Media sono sotto sequestro. Gli interessi di pochi, d'altra parte, sono sempre stati, storicamente,messi davanti a quelli dei molti.
Berlusconi è sempre stato uno di questi pochi. Prima da imprenditore e poi da politico. Qualcuno ricorderà il cosiddetto "decreto Berlusconi", che a partire dal nome - quindi senza vergogna - era già un decretuccio ad personam niente male! Grazie alle amicizie importanti, Bettino Craxi in prima fila, Berlusconi otteneva privilegi, che poi avrebbero portato all'enorme anomalia contemporanea. La pessima legge Mammì poi, invece che ristabilire la giustizia, semplicemente si limitò a congelare lo stato di fatto, sancendo l'abominevole duopolio televisivo italiano. Fininvest disegnò i suoi tre canali sul palinsesti della Rai e la Rai assunse come propria "mission" la concorrenza alla Finivest, anziché i propri doveri pubblici, con il risultato di una gara al rialzo pubblicitario e dell'audience, che sempre di più coincideva con un ribasso della qualità. Il risultato è stato, da una parte, la scomparsa nei fatti di un reale servizio pubblico televisivo e dall'altra una società privata (interessata), che assumeva (per legge!) le medesime prerogative del servizio pubblico, senza che nessun'altro attore privato potesse contrastarla ai fini se non altro di una libera concorrenza. Quindi mi fa abbastanza sorridere tutta la campagna di destra, che tende a screditare la magistratura, adducendo una persecuzione post-discesa in campo del cavaliere. Una campagna rivolta contro quella stessa magistratura che mise in piedi, guarda un po', Tangentopoli (ricordate il mestiere che faceva l'allora eroe Di Pietro, oggi poco più che un sempliciotto eversivo?). Quella Magistratura che cancellò in breve tempo un'intera classe dirigente, tra cui l'amico compiacente di sempre Bettino Craxi. Quella stessa magistratura, che annovera tra le sue fila, uomini come Falcone e Borsellino. Ma l'ascesa di Berlusconi è da sempre viziata da favori, da un uso privato della cosa pubblica, da pacche sulle spalle, da fondi misteriosi, banche incomprensibilmente compiacenti, innominabili strette di mano e da chissà cos'altro. Quindi di cosa si sta parlando? Ben prima che egli corresse ai ripari, dopo il disastro della cosiddetta prima Repubblica, contribuendo a costruire il mostro nauseabondo della seconda, molto peggiore della prima egli era un privilegiato, ingiustamente privilegiato. Era compromesso, coinvolto, spalleggiato da una classe politica corrotta e molti dei reati di cui è stato accusato fanno appunto capo a situazioni precedenti la sua cosiddetta discesa in campo.
Ma tutto questo, ripeto, è - nella sua spregevole e arrogante lucidità - comprensibile. Cioè se prendiamo per missione di alcuni uomini, esclusivamente, l'amorale conseguimento del potere e del successo personale (economico, ma non solo) a costo di calpestare chiunque e qualunque cosa, tutto quadra. Quello che davvero non trova spiegazione alcuna è da una parte l'ignavia di parte del popolo italiano, ma dall'altra, ancora di più, il grande numero di supporters (perché questo sono più che semplici elettori), che Berlusconi conserva, nonostante tutto. Un così grande numero di gente felice di essere presa in giro. La massa di coloro che si arrabattano, che tirano quotidianamente la cinghia, che perdono il lavoro, che faticano a trovarlo e che continuano ad "amare" l'uomo Berlusconi, che lo guardano calpestare il Paese con irritante ammirazione. Le spiegazioni, sociologiche, di costume e chi più ne ha più ne metta, si sprecano, eppure io continuo a non capacitarmene.

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